lunedì 28 aprile 2014

THIN .

Le mie mani sono piccole e grassottelle e tutti mi dicono che sembrino quelle di un neonato. Sono sempre rimaste così, nonostante gli anni che passano, sempre così, bianche, con le falangi morbide morbide e le unghie corte, pulite, due cerchietti rosa. Dalle mie mani, voglio partire, e da tutte quelle lunghe, sporche e volgari, da quelle "da grandi", da quelle languide e fuggevoli nella stretta con quelle di un altro, da quelle con le linee del palmo così marcate da sembrare crepe, da quelle crepe tanto profonde di cui una ferita sembrerebbe la più logica conclusione, da quelle crepe che sembrano rompersi da un momento all'altro e sanguinare. E che invece non sanguinano e nemmeno si rompono. Oggi, ieri e domani mi chiederò sempre perché. Perchè. Perchè quelle crepe non diventeranno mai ferite e perché sui miei palmi lisci ce ne sono tante. Perchè. Perchè gli anelli non lasciano segni e chi non ne ha mai portati ne ha di incancellabili. Perchè. Perchè proprio le mani che non afferrano le cose, ma sembrano sfiorarle, quelle tese verso il mondo e la vita, quelle pronte e vigorose nello stringerne di nuove, quelle dalle dita mai sporche, ma sempre colorate di vernice o d'inchiostro, quelle senza verruche ma con lievi poetici calli, quelle che affondano nel pelo di un cane di strada, quelle che non hanno paura di infettarsi con niente e giocano con tutto anche se c'è scritto NON TOCCARE, perché proprio queste mani incantate, magiche e bambine sono poi quelle che si spaccano.

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